La checklist operativa per ottimizzare correttamente title, H1, struttura, interlinking e segnali E‑E‑A‑T.
La on page SEO è la base tecnica e strategica per garantire il posizionamento organico di qualsiasi pagina web. In un contesto di algoritmi sempre più sofisticati, un’ottimizzazione superficiale non è sufficiente: occorre una on page SEO checklist aggiornata e meticolosa. Analizziamo insieme ogni aspetto dell’SEO on page, dalle strutture di heading alle pratiche di interlinking, fino agli strumenti efficaci per un on page SEO audit completo.
Cos’è la SEO on-page
La SEO on page (o on-page SEO) è l’insieme di tecniche e ottimizzazioni applicate direttamente sulle pagine di un sito, per migliorarne la visibilità nei motori di ricerca. A differenza della SEO off-page, che si concentra su backlink e segnali esterni, la on page SEO lavora su elementi, quali per esempio la struttura HTML, il contenuto, la meta tag, l’ottimizzazione delle immagini, l’URL e il linking interno.
Un’ottima landing page SEO parte da un’analisi approfondita dei fattori on-page per garantire coerenza semantica, rilevanza e performance tecnica.
L’obiettivo non si basa sul “piacere” a Google, bensì fornire all’utente un’esperienza chiara, veloce e di valore, riducendo il bounce rate per incrementare le conversioni.
Title, H1, H2: gerarchia e best practice
Un’architettura di titoli ben progettata è uno degli aspetti più importanti di qualsiasi on page SEO checklist. Ecco alcune regole basilari:
- title tag: deve essere unico, descrittivo, contenere la keyword principale e rispettare una lunghezza ottimale (55-60 caratteri). È il primo elemento che Google e l’utente vedono nei risultati di ricerca;
- H1: rappresenta il titolo visibile nella pagina. Deve contenere la keyword principale, essere coerente con il title tag e comparire una sola volta;
- H2 e H3: organizzano i contenuti in sezioni tematiche, migliorando la leggibilità per utenti e crawler. È consigliabile inserire varianti semantiche della keyword (per esempio “SEO on page” o “landing page SEO”);
- gerarchia logica: non saltare livelli (da H1 a H3 senza H2) e manenere una struttura coerente, evitando duplicazioni di heading con contenuti differenti.
Un’errata impostazione di title e heading può compromettere sia il ranking che l’esperienza utente, oltremodo in pagine ricche di contenuti di qualità.
E-E-A-T e contenuti: cosa dimostrare
Google pone attenzione ai contenuti sulla base dell’E-E-A-T: Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness. Nella on page SEO, questo significa:
- experience (esperienza): dimostrare competenza diretta sull’argomento. Esempio: per un articolo tecnico, includere casi di studio e dati di test;
- expertise (competenza): l’autore deve essere riconosciuto nel settore. Bio autore, link a profili professionali e pubblicazioni aiutano a rafforzare il segnale;
- authoritativeness (autorevolezza): citazioni di fonti primarie e riferimenti a standard di settore aumentano la credibilità;
- trustworthiness (affidabilità): struttura trasparente, HTTPS, politiche chiare su privacy e cookie, e assenza di contenuti fuorvianti.
Per una landing page SEO è utile arricchire il testo con elementi di prova che potrebbero essere degli screenshot di risultati, certificazioni e testimonianze.
Interlinking strategico: come progettare i link interni
L’interlinking è un pilastro della on page SEO che influenza l’autorità delle pagine e la facilità di scansione da parte dei bot. Una strategia da prendere in considerazione potrebbe prevedere:
- mappatura delle pagine chiave: identificare quali contenuti hanno maggior valore strategico e convogliare verso di essi link interni pertinenti;
- anchor text ottimizzati: usare keyword descrittive e contestuali, evitando eccessi di corrispondenza esatta che possono apparire innaturali;
- struttura a silo: organizzare i contenuti per argomenti correlati, collegandoli gerarchicamente e trasversalmente;
- profondità di click: nessuna pagina strategica dovrebbe richiedere più di 3 clic dalla homepage.
Un on page SEO audit dovrebbe includere un’analisi della distribuzione del PageRank interno e della presenza di link orfani, spesso trascurati e oltremodo dannosi per il posizionamento.
Strumenti per audit on-page
Un’ottimizzazione di alto livello non può prescindere da strumenti di analisi avanzati. Per un on page SEO audit completo, trai tool maggiormente utilizzati spiccano i seguenti:
- Screaming Frog SEO Spider: eccellente per crawl completi, individuazione di errori nei tag, problemi di indicizzazione e link rotti;
- Sitebulb: fornisce audit visuali, analisi di struttura e suggerimenti di priorità;
- Google Search Console: indispensabile per monitorare la copertura dell’indice, CTR e prestazioni di query e pagine;
- Ahrefs / Semrush: combinano analisi di backlink, keyword e performance on-page;
- PageSpeed Insights / Lighthouse: valutano le metriche Core Web Vitals, determinanti nella SEO on page moderna.
Integrare gli strumenti di cui sopra giornalmente consente di aggiornare continuamente la on page SEO checklist, adattandola ai cambiamenti algoritmici e alle nuove opportunità di ranking.